Alla fine degli anni ’60 divenne improvvisamente di moda costruirsi una casa a mare.
I miei genitori non si sottrassero all’incombenza ma ci pensarono a lungo prima di affrontare questo capitolo, nonostante mia madre avesse un terreno che si prestasse alla bisogna.
Riflettendo credo che inconsciamente decisero di costruire quando il desiderio di viaggiare iniziò a scemare in mio padre. In mia madre questo desiderio non si è mai assopito.
Con un po’ di ritardo rispetto alla moda, la casa a mare fu fatta. Con i piedi nell’acqua per l’esattezza.
Usata per pochi giorni in estate, abbandonata molti mesi all’anno, ho creduto di non amarla e l’ho sempre un po’ snobbata per i difetti, le imperfezioni. Ma ci ritorno sempre, soprattutto nei momenti di difficoltà, perché c’è un terrazzo.
Stromboli di fronte, il castello di Scilla e la punta della Sicilia a sinistra, il mare giù che sbatte contro il muro di cinta. Mi affaccio, subito dimentico quello che non mi piace, e mi rassereno.